Mi ricordo che da bimbetto, verso il 1957, andavamo col mio babbo e la mia mamma e i miei fratelli al mare a Marina di Pisa col “Trammino” che aveva le panche di legno, attraverso la pineta . Si andava ad un bagno a piedi dalla stazioncina e il bagno mi sembra che si chiamasse Medusa, ma non ne sono sicuro. Non so se qualcuno mi potrebbe dare conferma del nome .Era un bagno per famiglie con le palizzate dove erano situate le cabine che avevano anche un piccolo tavolino dove si pranzava con le pietanze che aveva cucinato mamma e che si portavano in una borsa di paglia in una la pentola che conteneva la pastasciutta spesso fatta col tonno o le arselle. Nel pomeriggio se era troppo caldo mi sdraiavo all’ombra della palizzata al fresco a giocare con i tappini delle bottigliette dove avevo inseritie le immagini dei corridori del giro d’Italia. Sennò, quando soffiava il vento, mi divertivo a far volare un piccolo aeroplanino rosso con le ali che giravano velocemente sul proprio asse, quasi fosse un elicotterino.
Dove c’era il bagno, mi sembra fosse nel tratto di strada verso Tirrenia dopo Toto, non c’é rimasto più niente se non i miei ricordi di bimbo, segno del tempo che é passato ed ha cambiato il volto di marina.
Mi ricordo che da bimbetto, verso il 1957, andavamo col mio babbo e la mia mamma e i miei fratelli al mare a Marina di Pisa col “Trammino” che aveva le panche di legno, attraverso la pineta . Si andava ad un bagno a piedi dalla stazioncina e il bagno mi sembra che si chiamasse Medusa, ma non ne sono sicuro. Non so se qualcuno mi potrebbe dare conferma del nome .Era un bagno per famiglie con le palizzate dove erano situate le cabine che avevano anche un piccolo tavolino dove si pranzava con le pietanze che aveva cucinato mamma e che si portavano in una borsa di paglia in una la pentola che conteneva la pastasciutta spesso fatta col tonno o le arselle. Nel pomeriggio se era troppo caldo mi sdraiavo all’ombra della palizzata al fresco a giocare con i tappini delle bottigliette dove avevo inseritie le immagini dei corridori del giro d’Italia. Sennò, quando soffiava il vento, mi divertivo a far volare un piccolo aeroplanino rosso con le ali che giravano velocemente sul proprio asse, quasi fosse un elicotterino.
Dove c’era il bagno, mi sembra fosse nel tratto di strada verso Tirrenia dopo Toto, non c’é rimasto più niente se non i miei ricordi di bimbo, segno del tempo che é passato ed ha cambiato il volto di marina.
Grazie mille Luciano per questo tuo ricordo